Sintobiografia e Sintoscritti di Vittoria Cacciapaglia

 

Sono Vittoria, nata in Puglia, precisamente a Bari, nel lontano 22 giugno 1979. La passione per la scrittura c’è sempre stata sin da piccola, ma nel tempo è quasi diventata un bisogno primario. Una mia sensazione che ho racchiuso in una frase è ” Respiro e scrivo “. Non ho ambizioni di fama, in quanto mi ritengo una modesta menestrella delle parole, ma se a qualcuno
posso trasmettere un’ emozione quella è la mia più grande soddisfazione.
Nella vita al di fuori della scrittura sono impiegata in un’ azienda privata e faccio la mamma dei miei due splendidi figli di 7 e 6 anni.
Ascolto tutta la musica capace di emozionarmi e talvolta,  scrivo mentre ascolto una nota, che mi ha trasmesso un’ emozione, seguendone la linea.
Ho tante altre passioni tra cui il ballo amatoriale e i viaggi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non gioco con il cuore
Lì alberga il mio fiore più bello
Quello nascosto
Quello la cui luce nessuno conoscerà davvero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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La politica del piacere

Ho una politica mia,
La adotto per esercitare la mia libertà, per professare il libero arbitrio, per sognare oltre la maschera da puritana benpensante;
Ho un segreto inconfessabile, un pizzico di magia, una gonna corta e desideri peccaminosi tra le dita, tra le gambe e nella testa;
Ho la lingua biforcuta, senza peli, tagliente e crudele come un taglio con un rasoio consumato;
Sono come il mare di notte, quando nero e caldo sembra una donna coperta di velluto nero in attesa della sua prossima vittima;
Sono cattiva al punto giusto, dolce raramente, bastarda come il sangue della mia terra natale;
Sono una , nessuna e centomila sfumature di cielo d’inverno quando la luce va via presto e le coperte non scaldano mai abbastanza i cuori distrutti.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Là fuori c’è un tramonto

Là fuori c’è un tramonto che ho già visto,
uno da vedere e uno che non vedrò mai;
Là fuori c’è un tramonto di pane e di vino in riva al mare,
I piedi nella sabbia bagnata e gli occhi che brindano al sole morente;
Là fuori c’è un tramonto di noi, abbracciati davanti al fuoco che brucia
Meno della passione nelle vene e nel cuore;
Là fuori ci sono le tue braccia intorno alle mie spalle, a proteggermi dalle paure;
Là fuori ci sono le mie gambe intrecciate alle tue per sentirti caldo e sincero quando sfiori la mia
Pelle calda e docile al tatto delle tue dita;
Là fuori c’è un ricordo, un presente e un futuro e a quel tramonto dico : Sei tutto l’amore adesso!

 

 

 

 

 

 

 

 

Carezza

Scivola il nylon della calza,
Dalla punta del piede ,
Fascia la caviglia salendo fino alla coscia,
Sulla pelle nuda è carezza di donna;
Tu,
Osservi di nascosto,
Il gesto naturale,
Occhi si accendono di frenesia,
Li nascondi a lei che non deve sapere;
Muore la fiamma dentro la gola
Un cerino spento in gola brucerebbe meno,
Fuoco che non può assopirsi,
Se non tra le fiamme di un inferno
di doloroso piacere.
 

 

 

Tomasz Jedruszek

Corona di spine

Mi vesto di stracci stasera,
Sul capo la mia corona di spine preferita.
Io non so scrivere,
inventando storie e filastrocche,
Sono la prima attrice,
regista e costumista di questi lemmi;
Taglio il verso,
controverso e controvento,
Lo coloro,
Lo maschero di trucco,
Così non si vedono gli strappi
Voi non li vedrete mai,
Intrisi di lacrime,
Una macchia la mia,
Un tatuaggio invisibile ,
Fottuto sia il giorno che mi destò dal normale esistere;
Maledetto sia il giorno che sa sempre di notte
E la notte che non finisce mai;
Mi viene a prendere
Crudele carceriere,
Mi rinchiude senza chiave,
Senza condanna;
Nessun appello,
Nessuna sentenza,
Un gioco al massacro,
Sei vita mia destinata a farmi schiantare
sempre dopo voli troppo alti
Amen !
 

 

 

Il mio lato oscuro

Perdonate questa mia lingua biforcuta
Variegati sapori e gusti.
Li senti?
Multiforme AniMa
La vedi?
Creatura poco umana tra i disumani
Voglio un gusto buono da tenere sulla punta della lingua
Voglio una cosa cattiva che mi apra le viscere
Voglio una cosa bella che mi coltivi dentro e cresca senza perdersi
Ma l’erba voglio cresce solo nel giardino dell’impossibile…

Perdonadme este mi lengua bífida
Sabores y gustos variados
las escuche?
alma multiforme
¿Ve?
Pequeña criatura humana entre el inhumano

Quiero un buen sabor de mantener la punta de la lengua
Quiero algo malo para abrir mis entrañas
Quiero una cosa agradable a crecer dentro de mí y crecer sin perderse
Pero quiero que la hierba crece solamente en el jardín de lo imposible…

 

 

 

 

 

 

 

 

Ascolta il battito segreto del mio cuore…

… ché mai si disperde cullato alla riva
del tuo sguardo al buio del nostro segreto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal web

Dal web

La matta

Sorride  La Matta da sotto il velo e vestita di stracci nel chiaro che non ha nulla di oscuro e tutto osserva nelle percezioni veritiere.
Menestrelli, cortigiane, dame e cavalieri girano e sfilano di fronte al trono luccicante della coppia reale.
Inchini e riverenze, giravolte e lingue arrotolate che fanno da tappeto alle scarpette dei loro sovrani.
Ego_centriche danze tra voci sotto le maschere innalzano il ritmo della quadriglia e il luccichio delle luci fa da riverbero ai gioielli che adornano le dame che sembrano delle meravigliose bambole di porcellana che nessuno scarterà perché troppo belle ed è meglio rimangano lì nella loro teca a prendere la polvere.
E i loro accompagnatori sembrano bastoni di scopa tutti dritti nei loro costumi per le occasioni con la chioma tirata a lucido e profumati quasi da far salire la nausea, ma che bella lei invisibile signora nessuno si aggira tra loro e ogni piccolo dettaglio le entra negli occhi e come la strega cattiva vorrebbe lanciargli un incantesimo per immobilizzarli tutti all’improvviso per vedere l’effetto che poi non cambierebbe la sostanza…

Venghino signori e signore
Re e regine
Menestrelli e lingue biforcute! 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cercami

VieniMI a prendere questa notte
Balliamo sulle note del nostro cuore rosso e nero
Si si lo sai che ci sentiamo nell’oltre e il nostro sfiorarci saremmo è inferno e paradiso.
La notte è nostra e scriviamo la nostra passione che toglie il respiro anche alle stelle che gelose si eclisseranno per lasciarci amare in una notte senza tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Christian Coigny

Christian Coigny

      Peccati

La notte lei cammina scalza nelle stanze dei suoi pensieri.
Prova a sedarla ma la tormenta e la tiene sveglia…
Moti circolari e perpetui di un divenire
ombra stagliata nel cielo dell’alba,
che non le appartiene
le brucia gli occhi
le violenta il battito…
Strano ardore si sveglia di notte,
la creatura bramosa e lussuriosa la sveglia e la agita,
la inchioda al letto delle inquietudini
della carne,
crocifissa per un insano sentirsi
fin da piccola “strana”.
Peccati i suoi da tenere nascosti, ma evidenti come le forme
che generose sono esplose troppo presto,
marchiando il suo essere donna e femmina
rendendola inconsapevole carne da macello.
Incompresa ai più, accarezza le ferite ancor prima di curiosare nelle vesti appariscenti.
Di uomo e donna è composta la sua natura, infedele per istinto, docile e mansueta
per compensazione di due estremi che si fondono in un’unico solo variegato sapore.
La notte vive nel giorno e nel giorno muore
cercando con disperazione il buio che nulla cela ai suoi occhi insani.

 

 

 

 

 

 

 

 

Le mie parole al vento

Mis palabras al viento

 

Potrei dirvi che le mie parole sono vento che ti sferzano il viso
Ti afferrano per il braccio
Ti tengono per mano
Ti cullano
Ti abbracciano
TI accarezzano
Ma non è vero io non sono parole al vento
Io SONO tempesta e sostanza, docile e indomabile
Uragano di pensieri fluenti come la mia chioma
Vento di scirocco che ti gonfia di piacere con le vele spiegate nei battiti sordi
O vento gelido di silenzi che tutto congela anche il sangue nelle vene come l’alito di un mortale morso
Le mie parole al vento le senTI quando arrivano…
Yo soy una bruja que se andentra en tu noche sòlo si tu lo quières y tambièn si tu no lo quières…