Sintobiografia e sintoscritti di Roberta Manzin

manzinHo 51 anni, vivo nel Delta del Po e… navigo a vista.
Le emozioni sono la bussola della mia penna e del mio dito in uno scatto.
Delego all’immagine e alla parola l’idea profonda di me.
Nella vita quotidiana mi occupo di linguaggio, ma come strumento di aiuto per la consapevolezza
e la metamorfosi del Sé (si, la psicologa psicoterapeuta a tutti gli effetti). Ho la fortuna di essere madre di due figli e questo mi permette di stare coi piedi per terra…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Pungola il sospetto.
Di un diaframma mai espanso.
All’indomani del migrare
assecondo corde passive.
In un suono contratto”

 

 

 

 

 

 

 

Senza titolo

Nella fioritura
contemplo il bocciolo inatteso.
L’unico, preferito.
Senza tempo
ne accolgo l’ardire.
Mentre la rugiada si adagia.
E sarà arte
la percezione dell’odore.

 

 

 

 

 

 

 

R. Manzin

R. Manzin

 

Dimentico.
Le piroette di sale che demarcavano il confine tra la pelle e il cuore.
Le increspature delle stagioni albergate tra impavide lenzuola mai addomesticate.
Le gasate chiacchiere sotto portici protettivi tra slanci innovativi e malinconici addii.

Dimentica.
Ogni promessa svenduta al mercante del cuore sicuro.
Ogni carezza ricamata su lembi disadorni di quiete.
Ogni sguardo assoluto restituito senza prezzo.

Dimentichiamo.
Le melodie dell’amore immaginato. Le lodi di due cuori e una capanna.
Di uno più uno che fa due, che i conti non tornano.

Io e te saremo stati pionieri nella terra della perfezione.
Il ricordo sublima un’incredula ferita.

Ed è giorno, purché orfano di memoria.

 

 

 

 

 

A breve la pioggia

Il cielo è imbronciato stamane
Trattiene crudità avariate
di una memoria incantata.
A breve verrà la pioggia
Scrosciante accettazione
di un finale
che desidera essere lieto.

 

 

 

 

 

Senza titolo

E nella menzogna
si piega.
Raddrizzarlo
implica perdono.
Accogliendo la caduta…

 

 

 

 

 

Un cartaceo informe

Racchiude sinergie ataviche
C’è stato un tempo
in cui l’alfabeto del cuore
era dislessico
Ed era emozione

 

 

 

 

 

R. Manzin

R. Manzin

Sentendo

Ammalo una languida decisione
indurendo una fervida mente
stupida.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Accade

E scivoli oltre il guado
perdendoti.
Spettrale è l’incontro
di informe gemito.
Piangere
per sentirti vera
è un atto vano.

(La promessa da mercante ha isolato l’essenza dell’anima, soffocandola.
Fare i conti con la vita, abbisogna di copione e non di saltimbanchi…)

Dove sei?
Sono dove sono abortita.
Nel grembo che ottunde angosce.

Sarò bozzolo. Altrove.

 

 

 

 

Contemplando il silenzio

Le ombre della notte
resuscitano sagome di zucchero a velo.
Scioglierle
è peccato…

 

 

 

 

La mia teoria bislacca

Mi piacciono le teorie bislacche. Sanno spesso profumo e mai di muffa. Si prestano al gioco del fuori moda e non soffrono di solitudine.
A volte scompigliano confini. Ma poi sorrido, per la liceità dello spunto…
Una di queste, e’ un cavallo di ventura. Nonostante scelte recalcitranti o cavalcate inverosimili per il cuore, l’unico amore non muore. Prende dimora nel cuore, occupandolo dalle visite similari ma non identiche. E nella passione selvaggia della scelta istintiva, si moltiplica. Riducendo lo spazio e l’azione. Accovacciandosi semmai, negli atri apparentemente liberi, pur restando fedele alla scelta viscerale.

(Le teorie bislacche dell’amore unico e irripetibile, addormentano il cuore per non spaventarlo di fronte al possibile cambiamento… Ecco perché non può esistere il tradimento)