Sintobiografia e sintoscritti di Francesca Mare

mare Francesca, 37 anni vissuti troppo in fretta. Niente diplomi né lauree, a 14 anni ho imparato il mestiere che mi ha reso indipendente, a 15 mi son persa nell’amore per un ragazzo che in breve tempo sarebbe diventato mio marito e padre dei miei quattro figli. A 16 anni, purtroppo, mi sono ritrovata a lottare contro una malattia, che allora non era considerata tale, che mi stava annientando: l’anoressia. Nessuno capiva che il problema non era il cibo ma qualcosa che avevo dentro e che, forse, solo ora io so cos’era. Restare incinta a 18 anni della mia prima creatura mi salvò la vita, l’ho sempre pensato. Per lei e con lei son cresciuta, diventata forte e donna. La scrittura, l’amore fino all’ossessione per le parole, sono entrati a far parte della mia storia solo quando entrai, cinque anni fa, qui dentro, in questo che è per tanti un passatempo, un momento fuori dalla realtà ma nel quale io ho scoperto la vera me che ho all’inizio amato, poi rinnegato e anche detestato. Leggo tanto, l’ho sempre fatto, leggere mi ha sempre aiutata a uscir fuori dalle stanze sempre troppo strette della mia realtà, amo Isabelle Allende. La musica per me è Rock, amo le chitarre elettriche dei Guns’n’roses, la voce di Kurt Cobain e Vasco. Sono sfuggente, diffidente ma tenera quando voglio, come i gatti, che adoro e adotto appena posso. Credo in Dio come essenza della vita, come inizio e mai fine. Amo pregare. Odio l’ipocrisia e il finto moralismo. Se un giorno mi passerà la voglia, il bisogno di scrivere sarà solo perché mi sentirò totalmente, davvero felice quindi… mai.

 

 

 

 

 

 

 

” … Rideva di se stesso, forte, mentre dentro non smetteva più di piangere.
Brutto vizio, l’infelicità. “

 

 

 

 

 

 

 

 

Io piango da sola

Per evitar di salare gli occhi
di chi merita solo i miei sorrisi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal web

Dal web

La tristezza arriva…

e tu la fai accomodare
tra le lacrime di
vecchie risate

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giocando a far la donna

Bimba allo specchio
rubasti le scarpe alla tua mamma
per giocare a far la donna.
Le mani a toccar piano
i seni acerbi.
Sulla bocca
pennellate di rossetto,
provasti i baci baciando il tuo riflesso.
Dei passi,
hai dimenticato di
chiuder la porta,
la mamma guarda, ti sorride incerta.
Tu, piccola bimbetta
il viso in fiamme, rosso
come peperone.

Terza classificata alla Sintogara “Le tre parole”

 

 

 

 

 

 

 

Desiderio

Pichost

Pichost

 

 

Lo sentiva scivolar sulla pelle il desiderio…
carezza ruvida
amor amaro
era il loro attimo
lui gliel’aveva offerto
e lei lo colse
disarmata
in esso si punse
penetrava fin in fondo al cuore
quella diafana, eterea passione
brividi caldi la notte oltre le lenzuola…
il cielo
profondo mare nero
come il suo dolore.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mio demone

Il demone che mi striscia dentro
trastulla l’anima mia
provoca i mie sensi
nuoce ai miei pensieri

ora neri…

mi rende fragile
richiamo il suo
fonte dell’infimo desiderio

ora vero…

dal suo abbraccio in volo
non ho paura di cadere
poiché sotto c’è sol fuoco

son fuoco…

e nel fuoco
il fuoco non può bruciare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal web

Dal web

La fine del mondo

Senzatetto, senza rispetto
con solo briciole di solitudine
nel petto.
Nel mondo la sua fine senza inizio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Batti il cinque

Mani di ragazzini sporchi di fango
fradici di giorni zozzati di cemento,
noia,
solitudine
tormento.
Strade, le loro,
fatte di parole urlate al tempo
che scorre lesto
e noi a inseguirlo
senza mai acciuffarlo
e loro a lasciarselo
scorrere addosso
come il bianco nelle vene
scorre dentro.
Lì vedi, lì a scambiarsi un ago
che non cuce, uccide.
Hanno la rabbia in corpo
e questa rabbia è il loro giocattolo.