Sintobiografia e sintoscritti di Cristiana Apostolo

 

 

Sono figlia unica e fin da piccola mi costruivo mondi paralleli, fatati, mi sentivo speciale per questo, fino a che più tardi ho scoperto essere “film mentali” e che li facciamo tutti. La mia vita non è mai stata facile, mi isolavo spesso e i compagni mi ritenevano strana, subii anche del bullismo. La vita familiare non era così felice come i miei volevano far credere, in seguito mia madre si è ammalata di una malattia subdola e silenziosa, la depressione sfociata po’ in schizofrenia. Nonostante tutto lottavo per poter continuare a vivere una vita adolescenziale decente. Quando conobbi colui che poi è diventato mio marito decisi di andarmene da casa al più presto. Tre anni dopo vivevamo nell’appartamento sopra i miei. Insomma lontano ma non troppo, è la regola dei figli unici. Forse avrei dovuto prendermi cura di mia mamma un po’ di più, il Karma mi aspettava all’angolo. Due anni dopo arrivò la nostra prima figlia, che purtroppo si dimenticò di emettere il primo vagito, e anche il secondo, e pure il terzo. Non va bene quando i bimbi non vogliono urlare appena nati, non la passi liscia se non ti attieni alle regole imposte della natura, poi va finire che la paghi. E Sara ha pagato questa dimenticanza con una tatraparesi spastica. Nonostante tutto andammo avanti, andai avanti sempre in compagnia dei miei castelli sopra le nuvole, unica mia vera salvezza. Mia madre sempre più fuori, mia figlia bisognosa di cure, mio padre non resse e si ammalò pure lui. E io sola a combattere per sorreggere muri crollanti. Ma se ho un dono quelli sono i miei film. Loro per tutta la vita mi hanno accompagnato, sempre . Non li ho mai voluti scrivere non avevo tempo ne voglia e poi ho una scrittura pessima. Anni dopo arrivarono altri due figli, questa volta optai per i cesarei, mentre mio papà lasciava questa terra. Un giorno comprai un pc. Entrai in rete. Scoprii un mondo nuovo. Aprii un blog dove parlavo della mia vita. E per la prima volta mi sentii meglio. Molto meglio. Scrivere equivaleva a fare uscire tutte le mie frustrazioni, scrivere di me era come parlare con “uno bravo”, insomma mi alleggeriva. Qualche anno dopo Sara volò via e a seguire anche mia mamma. Un giorno per caso scoprii un sito dove anonimamente la gente scriveva, sia di fantasia che di vita vissuta, racconti erotici. M’incuriosii e decisi di provarci. Pensavo di buttare giù una cosa breve, invece fu come se i protagonisti, si materializzassero sulle mie spalle e mi dettassero cosa scrivere. alla fine ne uscì  un romanzo a puntate, dove ogni episodio era suddiviso di sei o sette capitoli;  insomma una quadrilogia, che sta ancora li, nel cassetto. Comunque è stato l’inizio di una lunga serie di scritture, di tutti i generi. Ora i miei film non stanno più sulle nuvole, se posso li butto giù e li rimangono. Se sono serena? Si adesso si, i miei figli sono adolescenti più felici di come lo ero io alla loro età. Mio marito mi ama. Non è tutto rosa e fiori ma è normale. Non mi spaventa più nulla.

 

 

 

 

 

 

 

Profumo di muschio bagnato
robinia, mughetto, pino,
inebrianti essenze create dalla natura
per rallegrar l’animo.

Un giorno in questi posti mi ci perderò, lo so.

 

 

 

 

 

 

 

 

La giustizia trionfa meglio se aiutata

Carmine arranca su per la collina disseminata di macerie; è tutto quel che rimane di un povero paese di poche anime. La telecamera pesa e la spalla inizia già a fargli male.
Il suo compito è quello di riprendere la giornalista mentre bussa insistentemente ai finestrini delle auto dove si è rifugiata la gente spaventata. Vuole ottenere a tutti i costi delle ‘interviste in esclusiva’, con l’aria di quella che pregusta l’invidia dei colleghi per quello che lei chiama ”colpaccio”.
Nessun rispetto per quella povera gente, nessuna pietà.
Dipinta sul viso l’espressione dispiaciuta, tenendo il microfono con due mani come se fosse un cuore, si appresta a fare le solite domande inutili.
Al povero Carmine spesso toccano i linciaggi ma la colpa non è sua lui vorrebbe scappare via.
La volontà all’improvviso prende il sopravvento: Carmine spegne la telecamera e torna sui suoi passi.
«Carmine? dove vai? Dai che questa famiglia ha accettato di farsi intervistare! Carmine!»
Carmine non risponde, butta la telecamera per terra. Non importa se si è rotta.
Si guarda attorno: è tutto un disastro, dei volontari stanno bevendo cioccolata calda sotto una tenda da campo, hanno visto tutto e lo invitano a bere con loro. Lui accetta volentieri.
Mesi dopo la giornalista viene licenziata. Carmine pensa che la giustizia trionfi meglio se aiutata

 

 

 

 

 

 

 

L’essere perfetto

Quella mattina, Si mise in auto di buon’ora, prima dell’alba. Doveva affrontare un viaggio lungo e odiava le code dell’ora di punta.
Pioveva, il rumore stridulo del tergicristallo scandiva fastidiosamente il tempo, accese la radio e alzò il volume. Cercò un canale che trasmetteva musica rock, per darsi la carica giusta. Era ancora buio e i colori dei semafori, misti alle gocce di pioggia sul parabrezza, ricordavano le luci psichedeliche dei locali, al ritmo di Don’t stop me now dei Queen.
Il dj di turno era in vena di parlare; gli argomenti dell’alba devono essere davvero stuzzicanti, per attirare l’attenzione del pubblico, e il dj lo sa benissimo, la scelta di quella mattina era caduta sulla Legge di Attrazione. Sbuffò. Avrebbe cambiato stazione se non fosse stato per quella frase ascoltata lì per lì: “L’universo è come il genio della lampada, qualsiasi desiderio tu chieda Egli te lo concederà’’.
Le venne da ridere, che sciocchezza! Ma tentare non nuoce, e quella mattina si sentiva dell’umore adatto, quindi fece scendere il finestrino urlando sotto la pioggia incessante: «Universo, voglio incontrare l’anima gemella, l’uomo della mia vita, il prescelto per me dai secoli nei secoli, lo voglio subito, adesso!»
Rise. Rallentò per passare al casello, il telepass emise un leggero tintinnio, la sbarra si sollevò.
Mentre imboccava l’autostrada le note di Because the night di Patty Smith, erano all’apice del refrain, si mise a cantare a squarciagola.
Iniziava ad albeggiare, a quell’ora l’autostrada era semideserta, la pioggia la faceva sembrare un prezioso collier argentato, i riflessi dei lampioni parevano diamanti. Schiacciò l’acceleratore a tavoletta, il contachilometri segnava i cento, poi i centoventi poi centotrenta… I Ramones suonavano la loro Baby I love you. “Un’ altra canzone d’amore”, pensò. “La perfetta colonna sonora per un incontro”.  Sorrise, eccitata dalla velocità.
Quel collier argenteo tempestato di diamanti, deve avere qualcosa di magico, ora è lo scivolo di un acqua park, è divertente lasciarsi trasportare. Ora è un nastro, un nastro che la vuole annodare in una morsa malvagia.
Sentendosi in trappola sterza di colpo, l’auto, lanciata a tutta velocità, scavalca il guardrail e precipita sulla careggiata sottostante, dove qualcuno sta viaggiando tranquillamente ascoltando Love degli Alice in Chains e non si accorge nemmeno di quell’auto che sta precipitando.
Disse Platone: “All’origine gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all’antica perfezione”.  A volte qualcuno è più fortunato e si ritrova.
Si riconobbero all’istante,  fusi nella perfezione del Tutt’uno, felici sfrecciarono via.
In lontananza si sentono già le sirene delle autoambulanze, e della polizia, rimarranno stupiti perché non troveranno corpi, solo i tristi rottami di due auto così aggrovigliate da sembrare fuse, le radio sintonizzate sullo stesso canale, a tutto volume dove The doors suonano The end.

Sintoracconto premiato all'evento "le Sintoispirazioni"

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal web

Dal web

 

Un mondo a misura di bimbo

Racconto a sei mani con Cristina Agostinelli e Francesco Garrambone

 

La maestra dice ai suoi alunni di scrivere un pensiero su come dovrebbe essere un mondo migliore.
“Vorrei un prato fiorito, con bambini di tutte le razze che giocano insieme, vestiti in modo diverso, gentili, allegri. Una scuola piena di libri, con tanta musica e pace. Sarebbe bello davvero, chissà!”
“Vorrei che un grande fuoco bruciasse odio e cattiveria che albergano nel cuore della gente. Vorrei che la luce dell’uomo più potente illuminasse l’anima di ogni uomo.
Desidererei che in tutto il mondo tornasse la felicità, l’uguaglianza e tanto amore”.
– Dimmi Sally, cosa servirebbe per avere un mondo migliore?–
Sally è autistica, guarda interrogativa la maestra; su un foglio ha disegnato una famiglia: i due figli con l’ Iphone, la mamma al pc, il papà guarda una partita.
“Dovremmo tornare tutti a guardarci negli occhi”, dice.
La maestra pensa che quella famiglia sia la sua.

 

 

 

 

 

 

Sangue

Hai presente quando ti prende quell’ansia forte e vorresti urlare ma ti manca il fiato.? Una pentola pressione che sta per scoppiare, l’anima urla e ti consuma dentro. Apri un cassetto e pigli la prima cosa che ti capita, un rasoio, ma il rasoio non funziona, le forbici, ecco quelle si.
Si inizia sempre con un taglietto, il dolore acuto sovrasta quello che ti brucia dentro, ti ritrovi ad osservare sangue scorrere fuori. Ecco, quello è il male che va via, i muscoli si rilassano il respiro ritorna calmo, l”ansia scompare…

Sono autolesionista.

 

 

 

 

 

 

 

Dal web

Dal web

Neve vanitosa

Quando scendi così copiosa mi fai arrabbiare, ma rendi tutto così bello che sai farti perdonare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Io mi diverto

L’appuntamento era in quel boulevard di Saint Germain. Lui arrivò prima, un po’ nervoso, lei un po’ dopo, come si confà ad una vera domina. Un po’ goffi un po’ impacciati, si presero per mano come se l’uno volesse accompagnare l’altra,  in quel mondo ancora sconosciuto. Varcarono la soglia dell’hotel, presero la chiave e salirono in ascensore, stringendosi forte le mani. Arrivati al piano, lui inserì la chiave e le cedette il passo,  chiuse la porta dietro di se.
Si guardarono negli occhi mentre i vestiti scivolarono. Timore, emozione, cuore che batte forte. Lui le s’inginocchiò davanti, porgendole i polsi e chinando la testa in segno di resa.  I lunghi capelli neri ondulati, dalle spalle gli scivolarono giù; lo guardava da sopra. Quel bellissimo corpo nudo, prostrato per lei,  faceva uno strano effetto.
Interminabile silenzio, respiri, nervosi, alzò il braccio…

Potente scarica di adrenalina , la frusta schioccò.