Sintobiografia e sintoscritti di Dora Di Cara

 

Non mi piace descrivermi, ascolto sempre il rimando, quello che gli altri percepiscono di me, mi serve per capire ciò che mi circonda e per capirmi meglio. Cosa posso dire… da qualche anno sono in pensione, dopo un lungo lavoro nel sociale, ed ho figli e nipoti che amo moltissimo. Da quando sono libera mi sono affacciata su Facebook, nei gruppi e, con le dovute cautele, ho incontrato bella gente, ma anche no, ed ho imparato molto. L’interesse per ciò che mi circonda e la curiosità, intesa come ampliamento degli orizzonti e delle conoscenze, non mi hanno ancora abbandonato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

” Non c’è futuro
se non nei sogni,
metafore di desideri
alimentati da immagini e suoni… “

 

 

 

 

 

 

 

Senza titolo

Si vivono due mondi paralleli
percorrendo caparbi
l’asfalto ruvido della realtà
e prati di desideri
ove sbocciano sogni.
Tentiamo ponti arditi tra mondi
faticosamente costruiti con
mattoni di quotidiano coraggio
e malta di speranza.
Si reiterano i comportamenti.
Sono pulsioni che vengono dal profondo.
Si cambia
ma le pulsioni profonde rimangono.
Io reitero sempre.
E ho scelto il mio destino.
Consapevolezza e accettazione
sono frutto d’età
e di presunta saggezza.
Reitero più o meno inconsapevole.
E consapevole accetto il destino.
Mentre intorno tutto inaridisce.
Nel tempo.

 

 

 

 

 

 

 

Sincronia d’autunno

E’ bello vedere la tua immagine
Bello sentire la tua voce
Lo facciamo in differita
come spesso è la vita
Un regalo senza sincronia
di tempi e di luoghi
Anime lontane eppure
unite
I legàmi ignorano dure realtà
Sono momenti di gioia
necessaria al vivere
Tenacemente accudiamo piccole speranze
in quest’autunno.

 

 

 

 

 

 

Prigionieri di vita

Che è nemesi dell’altrui,
scontar condanne
per colpe non commesse,
l’inesperienza è dolo.
Non c’è futuro
se non nei sogni,
metafore di desideri
alimentati da immagini e suoni.
Senza liberazione.

 

 

 

 

 

 

 

Elena Kalis

Elena Kalis

E...

E ti ritrovi al telefono
a parlare di equilibrio tra cuore e ragione
pensando di aver capito qualcosa
di conoscere finalmente.
E poi sei lì
che friggi patatine
aspettando una telefonata che tarda.
Sospesa tra terra e cielo.
E riordini pensieri
cerchi parole.
E pensi che tutti
siamo lì ad immaginare
sul filo di emozioni e pensieri
perfetti giardini dell’Eden
in cui vorremmo vivere.
Giardini mai raggiungibili.
E invece siamo qui
come funamboli
sempre in cerca.
In precario equilibrio.

 

 

 

 

 

 

Aveva visto molte primavere

Era fiorito molte volte
i rami avvolti in una nuvola bianco-rosata
spettacolo di risveglio e di gioia
Susseguirsi quasi infinito
di stagioni
Era stanco adesso
la corteccia grinzosa
aveva visto cadere infiniti petali
di illusioni, speranze, accadimenti
La linfa affluiva più lentamente
il sole primaverile
non riusciva a scaldarla.
Sentì che non sarebbe riuscito
a fiorire ancora
Avrebbe donato calore
nel camino
Raggiungendo le nuvole.

 

 

 

 

 

 

Senza titolo

E’ una piena questo amore
che tracima.
Onda che scorre impetuosa
lungo il sentiero,
non trova sponda
dove dissolversi,
mentre anela lo sfumare
di tenere carezze
sulla morbida pelle.

 

 

 

 

 

Lentamente

Dal web

Dal web

 

Cammino più lentamente adesso
nel mio sentiero
Alle spalle ho lasciato
l’affrettarsi
gli affanni della giovinezza
inutili insicurezze
false certezze
taluni dolori
Il mio passo è più lento
forse meno saldo
eppure sicuro
Prendo il tempo necessario
sento ogni tratto percorso
Guardo ancora con stupore
ciò che colpisce il cuore
Apprezzo questo sole
che illumina il tramonto
E il calore della tua mano
che tiene la mia.

 

 

 

 

 

 

Abbraccio ricordi

Abbraccio ricordi
li cullo per tenerli cheti
Sento ancora odori
profumi lontani
che il tempo non cancella
Voci parole
la loro eco nel cuore
Riscaldano freddo tempo
di malinconie
E’ come sbornia
di affetti distanti
nei tempi nello spazio
Irraggiungibili
Dove vorrei perdermi
ubriaca

 

 

 

 

 

 

Paul Klee

Paul Klee

Vederti

Vederti è attimo d’intensa gioia
respiro dell’anima
La mente accantona grovigli
il cuore cheta tumulti
Gli occhi scrutano avidi
il tuo viso
mentre il sorriso
nasce involontario
Rosata alba pacificante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È amore

Un belvedere affacciato sul mare e circondato di verde
Un luminoso pomeriggio estivo
Un uomo e una donna anziani sono seduti
ammirano il panorama
un momento lungamente atteso
Da lontano arriva inaspettata la musica di un ballabile.
Lui si alza, le porge la mano
con dolce insistenza la fa alzare
Lei lo abbraccia
E ballano guardandosi negli occhi
Parlano gli sguardi
I ricordi, a volte, ci àncorano alla vita.

 

 

 

 

 

 

Terza classificata alla sintogara  “Le quattro stagioni di Sintetizziamoci”

 

 

 

 

 

 

Cosa resterà di noi

Cosa resterà di noi due
se non il profumo tardivo
di un amore sperato,
desiderato.
Finché vedrò albe.