Sintobiografia e sintoscritti di Franco Fratantonio

11717274_10204469606085535_1013454870_nFranco Fratantonio nasce a Ravenna il 31/03/1964 da genitori siciliani e vissuto, quasi da subito, in Sicilia. Vivendo in una famiglia alquanto moderna, nasce un rapporto conflittuale con la mentalità di allora, così che, l’odio e l’amore per la propria terra diventa un motivo di malessere.
Non continua gli studi (nonostante due sorelle intellettuali) e dopo uno zapping di Istituti scolastici, non si diploma e a 26 anni si trasferisce a Milano. Tra i tanti lavori, la guardia giurata, nonostante all’inizio indigesto, diventa la stessa professione attuale. Il lavoro dei primi tempi, essendo a volte noioso e spesso effettuato in portinerie aziendali, permettono la lettura di Levi, Pirandello, Marquez ecc. Letture comunque fatte pure in precedenza, anche se sporadiche.
Si definisce un buon ascoltatore e un autodidatta di tutto e di niente.
Lavoro e famiglia, si sposa con una siciliana dello stesso paese, un figlio.
Nel 2007 si trasferisce per lavoro a Romano di Lombardia (Bg).
A 45 anni, scrive qualcosa per sbaglio, per passare il tempo, uno scritto che finisce in un cassetto. Dopo 5 anni gli regalano un libro di ricordi, scritto da un famoso cantautore, talmente noioso che, a suo dire,  ” è forse meglio quello che ho scritto io “.  Così, dopo una buona dose di autostima, lo aggiusta e diventa un libro autopubblicato con Youcanprint  nel Giugno 2015.
Da circa due anni, all’improvviso, una passione inspiegabile per la poesia, in quanto mai piaciuta tanto, infatti tra le prime scrive: ” Odio la poesia, ma… scrivo bene, scrivo male, scrivo! “.
Oggi continua a scrivere e alterna la poesia dialettale siciliana a quella in italiano, usando due stili completamente diversi. Progetti: promozione de l’asino cieco, il libro appena pubblicato, che è uno zapping di ricordi del nonno e un confronto generazionale tra gli anni 40 e 80, in una Sicilia che vuole cambiare e una dedica agli stessi luoghi calpestati da entrambi; Raccolta di poesie e racconti personali poetici o emozionali; Romanzo dal copione già in memoria.
 

 

 

 

 

 

 

 

” La pochezza che mi avvolge fuori casa, mi costringe,
ogni giorno sempre più, a legare amicizia solo con le mie parole… “

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal web

Dal web

 In attesa del passato

Navigo lievitando
In piena apatia
sulla vostra e la mia
complessità
Nell’attesa che ritorni
di moda
il semplice vivere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Almeno mezz’ora senza distanze

I tuoi occhi
contro i miei
senza parlare
Nuotarci dentro
per scegliere
e rubare
le tue più belle
parole
Una sigaretta insieme
per sistemarle
Un brindisi
due calici di vino
per scrivere
e dedicarti
la mia più bella poesia

 

 

 

 

 

 

 

 

Umido

Deviantart

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Umido è il mio respiro
Acqua che scorre ovunque
Nebbie e gelo
Piogge continue
lungo i miei capelli ribelli
I miei piedi tra laghi
e fiumi sempre freddi
Il mio petto dove
vivono le tue lacrime
Le mie ormai silenti
Acque
Umido è il mio respiro
Fuori e dentro me
Pure nel mio onirico
Un’acqua immensa salata
che un giorno
tentò di annegarmi
ma poi decise di partorirmi
Umido è il mio respiro

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi perdo

Non trovo la strada
Nel mio onirico e folle
vagare
Tra sabbie, onde e
un disperato cercar
Il tuo più bel sorriso

 

 

 

 

 

Senza titolo

Il mio inquieto vivere
il mesto scrivere
effetti insani
del mio folle amare

 

 

 

 

 

F. Fratantonio

F. Fratantonio

… e ti prenderei

Con le mani
per presentarti
il mio mondo
… dentro!
Tra parole d’amore
e ricordi
ti accorgeresti subito
che eri già lì

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mentre…

Un frutto
una sigaretta
nel nostro
dopo
Il mio abbraccio
da dietro
nel nostro
prima
Necessarie
note
nella poesia
del nostro
mentre

 

 

 

 

 

 

 

Guy Cohen

Guy Cohen

E poi c’è il dopo festa

Cammino nel vuoto
dove mi porta il vento
Una serata qualunque
in questo mondo diverso
Un solo bar aperto
il più squallido
Deserto preoccupante
Né gatti né fidanzati
una volta onnipresenti
Solo due ubriachi
riempiono il silenzio
in un arabo fluente
Un anziano ipnotizzato
a contemplar un necrologio
… e il niente!
Il mio passo spavaldo
non lambisce e non desta
questa agonia umana
che oramai si trucca e appare
solo in qualche festa

 

 

 

 

 

Luna piena

Ultima sigaretta
I nostri corpi
ancora separati
dagli eventi
L’unico senso
in questo giorno
una coccola ai gerani
l’altra al cane
e una buonanotte
che immagini
ma già non la senti