Mese: Gennaio 2016
Fermati qui…
leggimi dietro le parole,
sono i respiri
soffiati nell’aria,
tra i gradini bianchi
della vita che sale.
Sale senza tregua
verso la propria stella.
Fermati qui…
dentro questi occhi
dove sudano i miei sogni,
sotto le palpebre striate
dai dolci ricordi
mai troppo vissuti.
Cercaci l’amore,
è la favola di una vita.
Vita che è stata e sarà.
Il caldo, il freddo, la noia
Il piacere, il dolore, la gioia
Questo mi rende vivo!
Il corpo, delicato involucro
delimita lo spazio
che patisce, dal resto
Sconfinata distesa d’assenze
Tuttavia
il tempo non conosce menzogna
e non suda nè palpita
mentre discerne il grano dal loglio
e tutto ordina e livella
Mentre, immobile, ridona al nulla
l’antico splendore.
E non si mosse
parcheggiò il cuore
sopra il suo
lasciò cadere le paure della solitudine
le fragilità maschili
e lasciò che l’universo femminile
fatto di accoglienza e pienezza
lo avvolgesse in quella rete
chiamata amore
che tutto immobilizza e trattiene.
Chiuse gli occhi sorridendo.
Il cielo è imbronciato stamane.
Trattiene crudità avariate
di una memoria incantata.
A breve verrà la pioggia
Scrosciante accettazione
di un finale
che desidera essere lieto.
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Vieni la sera,
quando la terra è nera.
Vieni a dissetarti
nel giardino d’inverno.
Le succulente sono fiorite,
d’arancio riverberano la notte.
D’innanzi al fuoco
berremo il vino caldo,
di brusii riempiremo il silenzio
e mai più avremo
paura dell’universo.
Vieni la sera,
quando la terra è nera.
Dolce versatile ma caparbia,
semino parole per raccogliere stelle.
Solare ma adoro bianco o nero.
Come Mosè divise le acque…
Io divido l’ombra dalla luce.
Lì dove ho sepolto il cuore.
Ora lascio annegare me stessa.
E chissà che non lo ritrovi
o per fortuna o per fato!
Tra le scale infinite della nostra torre
Risate coprono respiri affannosi
E passi svelti ci avvicinano al cielo.
Leggerezza
Disordine
Ricerca
Acqua fredda
Lamenti
Fumo e risate.
Poi
occhi sconosciuti sciolgono ansie
Mani nuove sembrano di casa
nella ricerca di punti caldi dove perdersi
mentre gemiti sommessi
urlano dentro il bisogno di darsi.
Senza paura.
La notte
mi spogliavo
di ogni difesa,
di ogni cosa
e correvo
al nostro campo.
Mi immergevo
nel profumo dei fiori,
coperto di brividi
e memoria,
e ascoltavo
i canti delle cicale,
che gridavano
ossessivamente
il tuo nome
insieme a me.